venerdì 14 marzo 2014

QUATTRO DOMANDE AL PARROCO BERGOGLIO


Bergoglio festeggia il primo anno come Capo di Stato durante il quale ha recitato la parte di semplice parroco.
Un successo, senza dubbio.
Dodici mesi di marketing religioso decisamente vincente.
Democrazia Atea rivolge a Bergoglio quattro domande, una per ogni stagione del suo primo anno di governo.
1.Ha mai espresso parole di condanna inequivocabili contro il dittatore Videla e contro il cardinale Pio Laghi?
2.Proporrà modifiche legislative abrogando la direttiva “Crimen sollicitationis” al fine di obbligare i vescovi alla collaborazione giudiziaria con le autorità civili nei casi di pedofilia clericale?
3.Rinuncerà a esenzioni e privilegi e consentirà che il clero non disponga più dell’8x1000, che paghi la TASI, l’IVA, il canone TV, il canone idrico, i ticket per gli accessi nelle zone ZTL, i ticket per i parcheggi comunali, i contributi INPS, gli stipendi degli insegnanti di religione e dei cappellani militari, le tasse per le affissioni comunali, le tasse per le occupazioni di suolo pubblico, e tutti gli altri tributi che normalmente gravano sui contribuenti italiani?
4.Rinuncerà a diffondere la sua religione attraverso la TV pubblica italiana che ha istituito un apposito canale televisivo, RAI Vaticano, a spese dei cittadini italiani?
Sono domande retoriche perché le risposte sono già note:
1.No; 2. No; 3. No; 4. No.
Le stagioni del governo di Bergoglio si ripeteranno uguali a se stesse, adagio, celando abilmente il potere con una prossemica audace e spiazzante, con maestria d’inganno e d’oscurantismo.
Rivendichiamo il diritto a non lasciarci incantare dalla retorica della finta povertà fino a quando non saranno abrogati i Patti Lateranensi.
Fino ad allora a Jorge Mario Bergoglio non auguriamo alcunché.
Carla Corsetti, Segretaria del Partito Democrazia Atea